Pronto soccorso super-intasato: ecco perché.

Non sono rimasto scandalizzato come tanti dalla notizia della settimana scorsa, nella quale un uomo non giovanissimo, malato di leucemia, moriva nel pronto soccorso di un importante ospedale di Bologna, dopo un’attesa di circa 7 ore prima di essere visitato.

Conosco abbastanza bene la situazione sanitaria a Bologna, provincia della seconda regione d’Italia per il livello qualitativo dei propri ospedali e case di cura, (prima la Lombardia), nonché del personale che vi opera,con alcune eccellenze anche internazionali.

Però purtroppo la situazione, in sintesi, appare questa:

1) L’Italia è un paese di anziani, con la longevità media più alta d’Europa. Gli anziani necessitano di molte cure ed assistenza costante.

2) Le risorse AUSL (intese anche come personale e strutture) sono sempre in diminuzione, sia per gli sprechi amministrativi/politici ma anche per la noncuranza dei cittadini (ben vengano le  multe a chi non disdice le visite convenzionate per tempo!).

3) Il clima di “terrore” nel quale si muovono i medici, molto sbrigativi all’ora di consigliare ricoveri per il timore di incappare in denunce postume. E qui bisognerebbe aprire un lungo capitolo sul ‘ridimensionamento’ della figura “medico” o mero prescrittore di esami/farmaci….

4) L’ansia generalizzata creata dalle informazioni medico/sanitarie facilmente reperibili sul web.

 

 

 

 

 

 

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Paolo Vetuschi

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